Adempimento triennale per i Comuni sotto 50 dipendenti
PNRRLa prevenzione della corruzione è essenziale, la repressione non basta. “Ci sono tante risorse con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e c’è il rischio che suscitino appetiti della criminalità. In questo senso acquista grande rilievo il Piano nazionale anticorruzione, approvato dall’Autorità nazionale anticorruzione e che avrà validità per il triennio 2023-2025”. Lo ha detto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, intervenendo alla Giornata del Responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, e spiegando che il Codice degli appalti, riscritto dal Consiglio di stato e consegnato il 7 dicembre scorso alla Presidenza del consiglio dei ministri, è “elemento essenziale del PNRR, ma occorre coniugare semplificazione con trasparenza e controllabilità”.
Nell’attesa Anac molto sulla digitalizzazione delle gare, dall'inizio alla fine, e la Banca dati Anac dei contratti pubblici ne è la chiave di volta.
Le novità
Il Piano anticorruzione è finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, puntando però nello stesso tempo a semplificare e velocizzazione le procedure amministrative.
Tra le novità Anac segnala un rafforzamento dell’antiriciclaggio, impegnando i responsabili della prevenzione della corruzione a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta in cui potessero incorrere all’interno della pubblica amministrazione, e delle stazioni appaltanti. C’è poi la necessità di identificare il titolare effettivo delle società che concorrono ad appalti pubblici. Quindi, le stazioni appaltanti sono chiamate a controllare “chi sta dietro” a partecipazioni sospette in appalti e forniture pubbliche. “Da tempo Anac ha chiesto al Parlamento di introdurre l'obbligo della dichiarazione del titolare effettivo delle società che partecipano alle gare per gli appalti”, ha sottolineato Busia. “Va espressamente indicato l’utilizzo della Banca dati Anac come strumento per raccogliere e tenere aggiornato, a carico degli operatori economici, il dato sui titolari effettivi. In tal modo le Pubbliche amministrazioni possano conoscere chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l'appalto, evitando così corruzione e riciclaggio”. Per quanto riguarda la disciplina del pantouflage, le cosiddette “porte scorrevoli” per cui il titolare di un incarico pubblico passa senza soluzione di continuità al privato in favore del quale ha emanato provvedimenti, Anac ha deciso di predisporre Linee Guida che sono in dirittura.
Altra novità del nuovo Piano riguarda i Comuni più piccoli. Le amministrazioni con meno di 50 dipendenti non sono tenute a predisporre il piano anticorruzione ogni anno, ma ogni tre anni. Per tali Comuni vengono ridotti anche gli oneri di monitoraggio sull’attuazione delle misure del piano, concentrandosi solo dove il rischio è maggiore.
Per quanto riguarda la trasparenza dei contratti pubblici, Anac ha rivisto le modalità di pubblicazione. Non dovranno più avvenire sui siti delle amministrazioni in ordine temporale di emanazione degli atti, ma ordinando le pubblicazioni per appalto, in modo che l’utente e il cittadino possano conoscere l’evolversi di un contratto pubblico, con allegati tutti gli atti di riferimento.
All. Piano Nazionale Anticorruzione 2022
La Posta del Sindaco
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